24 maggio 1925

La Coppa della Perugina per rimanere un punto di riferimento agli sportivi e ai piloti si corre sempre nel mese di maggio, il mese della Primavera Perugina, e grazie al forte impegno organizzativo degli uomini dell’Auto-Moto-Club, che ha avuto il riconoscimento di Sezione Locale di Automobile Club anche se ancora appartenente all’AC Regionale di Terni,  nello stesso anno riesce ad avere la  titolazione di Prima Categoria e valida  per il Campionato Italiano.

Ottenuto l’ambizioso titolo sportivo, che già gratifica lo svolgimento della Targa Florio e il Gran Premio di Monza, Giovanni Buitoni porta il montepremi in danaro da 30.000 a 56.000 lire.

Per rendere il circuito più sicuro, le curve  vengono allargate, ripulite, alcune addirittura sopraelevate, installate tre tribune, la torre per la direzione gara alta tre piani; i collegamenti telefonici sul percorso vengono portati a sedici, mentre, per informare il pubblico, che è dovuto rimanere in città in Piazza Vittorio Emanuele, vengono installati due enormi altoparlanti. Il fiore all’occhiello della corsa che la caratterizza, la rende unica e invidiata al mondo sportivo, è l’avere saputo sfruttare l’attraversamento dei binari ferroviari sul percorso. Dal 1925, con una idea geniale, Buitoni trasforma le carrozze dei treni speciali, arrivati ma fermi in stazione, in tribune mobili per portare gente, Autorità e giornalisti, nei punti più spettacolari e interessanti del circuito mentre la corsa è in pieno svolgimento.

L’aspetto pubblicitario è affidato ai pennelli e i colori di Seneca, Direttore artistico della Perugina, che riesce a richiamare l’attenzione della gente e di trentasei piloti. All’appello rispondo piloti del calibro di Gastone Brilli Peri, con una poderosa Ballot, ancora Materassi il vincitore della prima edizione, il Marchese Diego De Sterlich Aliprandi, le squadre ufficiali dell’OM con Guido Canestrari, Antonelli, Pietro Anselmi, nonché la squadra Bugatti con Spinozzi, Compagnoni e Croce, il nipote del filosofo e storico Benedetto, ai quali si aggiunge l’immancabile gruppetto di sportivi locali. Convinti di ben figurare scendono in campo il Conte Ardicino Della Porta con una FIAT 501 S, Alfredo Berretta con una Aurea 400, con le Salmson GP, il ternano Baconin Borzacchini e l’eugubino Luigi Fagioli che, dopo aver subito un brutto incidente sulle due ruote, ha lasciato la moto per l’auto.

Il giorno della gara, già dalle prime luci dell’alba la gente raggiunge il percorso con ogni mezzo: a piedi, con le auto, le moto, le carrozze, in bicicletta. Davanti agli occhi dalla folla, che occupa le tribune, tra le vetture schierate sulla linea di partenza fa spicco il colore della carrozzeria della Mercedes di Anselmo Cesaroni sulla quale, per rispettare le norme internazionali che stabiliscono nel colore bianco quello per le macchine tedesche, nel corso della notte un gruppo di amici e volenterosi, per renderla appunto bianca, hanno lavorato per coprire il rosso della carrozzeria con una mano di calce. In una giornata carica di pioggia le rombanti vetture, vengono lanciate, in un rumore di ferraglie, prima disordinatamente per poi essere ricomposte in un lungo serpente d’acciaio che si avvia veloce a compiere i giri previsti. Brilli Peri e Materassi si alternano al comando seguiti da Cesaroni sulla Mercedes. La vettura di quest’ultimo, complice la pioggia che è riuscita a far scomparire il bianco, torna in più punti a mostrare il colore brunito della carrozzeria.  Mentre la corsa prosegue incalzante per i colpi di scena rappresentati dalle fermate ai box, per i rifornimenti, per i cambi gomme divorate dal fondo stradale, per i ritiri di Anselmi, Ricci, Fontani, un gruppo di giovani operaie della Perugina passano tra la gente offrendo i cioccolatini prodotti dall’Azienda.

La gara che ha una durata di diciotto giri, nel corso della  quale il pubblico si è diviso in “brilliperiani” e “materassiani”, è vinta da Gastone Brilli Peri che conduce la Ballot fino al traguardo alla media record di 106,540 km/h davanti a Materassi distanziato di circa tre minuti. La prestazione del vincitore oltre alla bella Coppa d’argento è ricompensata da un sostanzioso premio in danaro di 25.000 lire.

Nelle vetturette, fino a 1100cc, la vittoria non sfugge al forte ed esperto Abele Clerici che, dopo aver abbattuto il record detenuto da Bonmartini, guidando a 84,214 km/h di media riesce a distanziare di quasi un giro, i due debuttanti umbri, Borzacchini e Fagioli. A gara finita gli unanimi consensi espressi confermano la bontà del percorso al quale, tutta la stampa nazionale attribuisce l’appellativo di “circuito misto più veloce d’Europa”.